Un anno di lockdown. Il 9 marzo 2020 l’Italia veniva “chiusa” per arginare la diffusione del Coronavirus. Una situazione inedita, incerta, di grande preoccupazione per tutti, in particolare per le
Ansia da Covid. Il Coronavirus sta creando danni di tipo psicologico. Anche nei confronti dei lavoratori domestici, in particolare delle badanti.
Il Piano di vaccinazione non ha tra le sue categorie prioritarie di attenzione il mondo del lavoro domestico. Nonostante i ripetuti appelli delle parti sociali. Al momento – fors’anche complice
«Il vice Ministro alla Salute Pierpaolo Sileri, esprimendo preoccupazione sull’andamento del percorso di vaccinazione lo scorso 8 gennaio, ha citato le badanti come categoria a rischio, in quanto a contatto
I lavoratori domestici addetti alla cura domiciliare di anziani, bambini e persone fragili vengano inseriti nella prima categoria dei soggetti cui sarà somministrato il vaccino.
L’assistenza a più persone non autosufficienti è contrattualmente ammissibile. Cioè è una possibilità prevista dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro domestico siglato l’8 settembre 2020 dalle parti sociali.
Dal primo ottobre 2020 la lettera di assunzione prevede, oltre a quanto già stabilito, che vengano specificati: il livello di appartenenza le mansioni l’obbligatorietà del versamento dei contributi di assistenza
La crescente emergenza sanitaria per la seconda ondata del Coronavirus impone di ricordare con precisione alcune regole importanti e irrinunciabili per colf, badanti e babysitter. Senza dimenticare l’impegno da parte
Contratto collettivo del lavoro domestico: da quando è stato firmato il rinnovo, l’8 settembre scorso, il Web si è popolato di varie notizie sull’argomento. Molte con numerose imprecisioni. Per esempio,
Il nuovo Contratto collettivo nazionale sulla disciplina del rapporto di Lavoro domestico in Italia ha una attenzione particolare al sostegno delle famiglie già datrici di lavoro. Ma con uno sguardo
