Indagine sulle abitudini delle famiglie italiane nella cura dei figli:
l’analisi di Nuova Collaborazione e SWG
La cura dei figli è un tema centrale nella vita di molte famiglie italiane, che si trovano ad affrontare sfide quotidiane legate al bilanciamento tra lavoro e responsabilità familiari.
In questo contesto, l’indagine di Nuova Collaborazione, realizzata dall’istituto di ricerche SWG, offre un’analisi approfondita delle abitudini e delle pratiche delle famiglie italiane riguardo all’assistenza infantile: attraverso un campione rappresentativo di 711 famiglie con almeno un figlio nella fascia d’età 0-12 anni, lo studio esplora le dinamiche di lavoro domestico e l’impiego di babysitter, rivelando elementi significativi che influenzano la gestione della cura dei bambini.
Formalizzazione del rapporto di lavoro
Uno dei risultati più rilevanti dell’indagine è la bassa percentuale di famiglie che regolarizzano il rapporto di lavoro con le babysitter: solo il 36% degli intervistati, infatti, ha dichiarato di avere un contratto regolare con la propria babysitter. Questo dato mette in luce una tendenza verso collaborazioni informali, spesso basate su conoscenze personali e reti di amicizia. Le famiglie preferiscono queste soluzioni occasionali, soprattutto per il loro carattere flessibile e informale.
Infografica 1. La regolarizzazione di babysitter in Italia
Inoltre, la ricerca ha rivelato che il 59% delle famiglie senza babysitter di riferimento sarebbe più propenso a regolarizzare il rapporto se ricevessero un aiuto economico dallo Stato. Questo suggerisce che le politiche di sostegno potrebbero incentivare una maggiore regolarizzazione del lavoro domestico.
Modelli di cura e caratteristiche delle babysitter
La cura dei figli in Italia è vista prevalentemente come un’attività complementare, con il supporto di figure esterne utilizzato per affiancare genitori e nonni, soprattutto fino ai 6 anni. In questo contesto, emerge il profilo ideale della babysitter, a cui vorrebbe ricorrere una famiglia su tre: creatività e primo soccorso sono quelle più richieste, soprattutto tra chi non ha una babysitter ma sarebbe propenso/a ad assumerla. Discreta importanza viene data anche al saper cucinare e svolgere lavori domestici.
Infografica 2. La babysitter reale e la babysitter ideale delle famiglie italiane
Tale preferenza per le babysitter altamente qualificate è contrastante rispetto alla tendenza a mantenere rapporti non formalizzati. Le famiglie mostrano, infatti, una crescente apertura verso babysitter di origine straniera e più anziane, ampliando le opzioni disponibili per la cura dei figli.
Analisi economica: spese e compensi
Dal punto di vista economico, la spesa media delle famiglie per i servizi di babysitting varia tra i 250 e i 370 euro al mese. Le famiglie che optano per un contratto regolare spendono mediamente 380 euro, mentre quelle con rapporti informali si attestano su 368 euro. Un dato interessante riguarda il compenso orario: le babysitter non regolarizzate guadagnano circa 10,22 euro all’ora, contro i 9,71 euro delle babysitter con contratto.
Infografica 3: Analisi della spesa media delle famiglie e delle differenze di compenso tra babysitter regolari e non.
Implicazioni e raccomandazioni
I dati evidenziano la necessità di rivedere le politiche di welfare per supportare le famiglie e riconoscere il valore del lavoro di cura. La riluttanza a formalizzare i rapporti di lavoro potrebbe indicare una mancanza di consapevolezza riguardo all’importanza delle figure di cura nel contesto lavorativo e sociale.
In un contesto in cui il welfare familiare risulta centrale, è essenziale che le politiche di sostegno si adattino alle esigenze delle famiglie moderne. Lo studio invita a riflettere sulle necessità reali di chi vive quotidianamente le sfide del caregiving e sottolinea l’urgenza di interventi che possano facilitare la regolarizzazione e il riconoscimento del lavoro di cura.
L’indagine, quindi, non solo vuole offrire uno spaccato delle attuali abitudini delle famiglie italiane, ma sollecitare anche un dibattito più ampio sulle politiche necessarie per garantire un futuro più sostenibile e giusto per il lavoro di cura e per tutte le famiglie in Italia.