INPS/NUOVA COLLABORAZIONE: IN ITALIA SONO 894.299 I LAVORATORI DOMESTICI, L’86,4% SONO DONNE
Registrato un decremento del -7,9% rispetto al 2021. Cresce l’età media: il 17,2% ha tra i 50 e i 54 anni. Le donne hanno in media retribuzioni più alte rispetto agli uomini
Nell’anno 2022 i lavoratori domestici contribuenti all’Inps sono stati 894.299, facendo registrare un decremento del 7,9% rispetto al 2021 (-76.548 lavoratori), dopo gli aumenti registrati nel biennio 2020-2021 legati a una spontanea regolarizzazione dei rapporti di lavoro, per consentire ai collaboratori domestici di recarsi al lavoro durante il periodo di lockdown, e all’entrata in vigore della norma che ha regolamentato l’emersione di rapporti di lavoro irregolari (D.L. n.34 del 19/05/2020 – decreto “Rilancio”). Lo stesso fenomeno si era già registrato negli anni successivi al 2009 (L. 102 del 03/08/2009) e al 2012 (D. Lgs. N.109 del luglio 2012), a seguito dell’entrata in vigore delle regolarizzazioni di lavoratori, sia comunitari che extracomunitari.
Questi sono solo alcuni dei dati emersi durante il convegno “Tutto regolare? Colf, badanti e babysitter in Italia” organizzato da INPS e Nuova Collaborazione, durante il quale è stato presentato il Report 2023 curato dall’«Osservatorio INPS sul lavoro domestico».
- Lavoratori domestici stranieri e provenienza geografica, nel 2022, il 69,5% dei lavoratori domestici registrati in Italia è di nazionalità straniera. Rispetto a dieci anni fa, la quota di lavoratori dell’Est europeo è diminuita, mentre quella dei lavoratori italiani è aumentata. Oggi, proviene dall’Europa dell’Est il 35,4% del totale dei lavoratori, seguito dal 30,5% di lavoratori di cittadinanza italiana, dal 7,8% di lavoratori del Sud America e dal 6,8% proveniente dall’Asia Orientale.
- Distribuzione geografica dei lavoratori domestici: Il Nord-Ovest è l’area geografica con il maggior numero di lavoratori domestici (30,8%), seguito dal Centro (27,2%) e dal Nord-Est (20,3%). Per i lavoratori provenienti dall’Europa dell’Est, dall’Asia Medio Orientale e dall’America Centrale prevale il ruolo di “Badante”, mentre per lavoratori italiani e i restanti lavoratori stranieri predomina la tipologia “Colf”.
- Crescita dell’età media: l’età media dei lavoratori domestici è in aumento, con il 17,2% dei lavoratori che ha tra i 50 e i 54 anni. Da questo deduciamo diminuzione dei nuovi ingressi nel settore e una permanenza più a lungo nel lavoro domestico da parte di persone sempre più anziane, con conseguenti problematica per la gestione di lavori più delicati come l’assistenza a persone non autosufficienti.
- Differenze di genere nelle retribuzioni: il settore domestico è l’unico settore nel quale, in media, le donne lavoratrici hanno una retribuzione più alta rispetto agli uomini. Infatti, il 46,5% degli assistenti familiari maschi si colloca sotto i 5.000 euro l’anno, contro il 39,7% delle femmine.
I partecipanti al dibattito, tra cui Marina Calderone, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Walter Rizzetto e Chiara Gribaudo, rispettivamente Presidente e Vice presidente XI Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati, Vincenzo Caridi, Direttore generale dell’INPS, e Alfredo Savia, Presidente di Nuova Collaborazione, hanno fornito diverse prospettive e contributi per affrontare le sfide dei prossimi mesi al fine di promuovere miglioramenti nella tutela e nelle condizioni di lavoro di colf, badanti e babysitter.
I risultati curati dall’Osservatorio INPS del lavoro domestico potranno rappresentare la base per la formulazione di politiche mirate al miglioramento delle condizioni di lavoro e della qualità del lavoro domestico, settore che necessita di interventi strutturati da parte delle Istituzioni.
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Qui sotto il video integrale del convegno: