Coronavirus: anche i lavoratori domestici hanno bisogno di ammortizzatori sociali

Anche i lavoratori domestici hanno bisogno di una tutela in questa delicata emergenza del Coronavirus. Nella quotidiana gestione di un rapporto di lavoro si possono verificare situazioni a cui non è facile dare una corretta risposta. Può accadere, infatti, che datori di lavoro preferiscano non accogliere in casa chi potenzialmente contagiato o, viceversa, che vi siano colf, badanti o baby sitter non possano raggiungere le famiglie dove hanno un rapporto di lavoro. Tutto ciò assume particolare rilevanza anche per quanto riguarda gli aspetti retributivi contrattuali.

Avvocato Alfredo SaviaPer questo motivo il presidente di Nuova Collaborazione, Alfredo Savia, in qualità di presidente della Fidaldo, ha chiesto con urgenza al ministro del Lavoro Nunzia Catalfo di poter prendere parte al Tavolo ministeriale convocato per la gestione dell’emergenza legata alla diffusione del Coronavirus sul territorio italiano. Nuova Collaborazione e la Fidaldo sono state invitate all’incontro.

La Fidaldo, la Federazione Italiana dei Datori di Lavoro Domestico, riunisce le associazioni firmatarie del Contratto collettivo nazionale del comparto, che in Italia coinvolge circa 2,5 milioni di famiglie ed altrettanti lavoratori.

Spiega Alfredo Savia: «Alla stregua delle imprese e delle altre categorie, le famiglie che assumono presso la propria abitazione personale domestico sono a tutti gli effetti datrici di lavoro. Come tali riteniamo debbano ricevere precise indicazioni dal Governo su come comportarsi con i propri dipendenti per prevenire situazioni di pericolo, ma anche per fronteggiare le emergenze in corso. Sono già numerose le richieste che stiamo ricevendo da parte delle famiglie che non sanno come comportarsi nei confronti dei propri dipendenti che vivono e/o devono recarsi in aree oggetto di restrizioni o con limitazioni».

Il Contratto nazionale del lavoro domestico è un contratto particolare sotto diversi punti di vista e non si possono applicare gli stessi istituti attivabili negli altri comparti, come per esempio la cassa integrazione. «Per questo motivo – conclude il presidente Savia – siamo disponibili a studiare con il Governo e le parti sociali eventuali strumenti specifici per badanti, colf e baby sitter, come contributi, agevolazioni o forme di deducibilità fiscale del costo del lavoro».