Contratto collettivo domestico: la sicurezza di una associazione che accompagna le famiglie

contratto collettivo domestico

Contratto collettivo del lavoro domestico: da quando è stato firmato il rinnovo, l’8 settembre scorso, il Web si è popolato di varie notizie sull’argomento. Molte con numerose imprecisioni. Per esempio, sull’entrata in vigore della parte normativa (la data corretta è il primo ottobre) o degli aumenti dovuti a colf, badanti e babysitter (in questo caso dal primo gennaio 2021).

Nuova Collaborazione conosce bene l’importanza sia del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL) domestico sia di una informazione puntuale sull’argomento. L’associazione è nata nel 1969 proprio con l’intento di raggiungere questo obiettivo. Questo è stato il suo impegno fin dalle origini. Un obiettivo perseguito con costanza e impegno. Tant’è che arrivò a firmarlo per la prima volta in Italia nel 1974. Perché si tratta di una garanzia sia per le famiglie che assumono sia per i lavoratori e le lavoratrici. Soprattutto, nella sua singolarità, è uno strumento fondamentale per instaurare un rapporto di fiducia con chi “entra” in casa. Per occuparsi di bambini, ragazzi e anziani, o per accudire ciò che ci sta più a cuore nelle nostre abitazioni.

Contratto collettivo del lavoro domestico: in questi giorni e in queste ore il personale di Nuova Collaborazione è impegnato a tempo pieno per ricordare ai soci le scadenze (entro il 12 ottobre vanno pagati i contributi Inps del terzo trimestre, per esempio), a inviare con regolarità newsletter e cedolini per i pagamenti mensili degli stipendi. Senza contare tutto ciò che è necessario predisporre per i rapporti con l’Inps o per rispettare le normative sulla privacy. La consulenza telefonica e online si trasforma così in un accompagnamento prezioso, specie in un periodo così carico di incertezze dovuto al Coronavirus.

Lavoro domestico: un’azienda particolare

Il lavoro domestico in Italia è un settore che conta quasi 850mila dipendenti, come rilevato dal report annuale dell’Inps. Almeno, questi sono i numeri relativi a colf, badanti e babysitter con un regolare contratto di assunzione. Purtroppo, ma i dati non sono mai precisi, si stima un numero altrettanto analogo “in nero”. Essere seguiti, diventando soci di Nuova Collaborazione, diventa allora una sicurezza: conviene, perché non si hanno più grattacapi burocratici, e si cresce nella consapevolezza di essere datori di lavoro. Un investimento civico sulla famiglia di cui oggi si ha sempre più bisogno nel nostro Paese.